C'era una volta, non molto tempo fa, un luogo incantato nascosto in una strada laterale della citta'. Era una grande stanza illuminata da lunghi neon azzurri e bianchi, avvolta da una nebbiolina di fumo; lungo tutte le pareti, disposti in file ordinate, decine e decine di cabinati di videogiochi aspettavano solo l'arrivo di qualche giocatore per sprigionare tutti i loro incantesimi. Il guardiano della sala, arroccato dietro al suo bancone, distribuiva ai fortunati avventori la chiave del tesoro: dei dobloni d'argento che alimentavano la magia dei cabinati. Quello era il regno della Fata Tecnologica, che aveva creato quei videogiochi intrecciando maglie di zinco con fili di fantasia, per regalare a tutti gli uomini un mondo di emozioni e divertimenti. Era un posto meraviglioso, e ogni tanto anch'io, che ero piccina, potevo entrarci insieme al mio papa', e pensavo che da grande sarei diventata un guardiano di quel paradiso.
Il tempo passava, la sala magica svolgeva il proprio lavoro, finche' un giorno la Fata Tecnologica decise che le cose dovevano cambiare. Colpi' i cabinati con la punta della bacchetta e li fece diventare piccoli piccoli, fino ad entrare in una scatola da scarpe e spedirli nelle case di tutti i bambini del mondo. Nel giro di qualche anno il videogioco divenne una cosa da ragazzi, e tutti quegli uomini che giocavano a Puzzle Bobble durante la pausa caffe' o che partivano alla volta della sala magica dimenticarono quanto era bello giocare.
La Fata Tecnologica riflette' a lungo su questa nuova situazione, camminando notte e giorno per i lunghi corridoi del suo regno, lasciando dietro di se' una scia di funghetti rossi (che se mangiati, ingrandiscono) e mattoncini colorati che si incastrano tra di loro. I bambini erano felicissimi di avere il proprio cabinatino magico in salotto, che per funzionare non aveva nemmeno bisogno dei dobloni d'argento; d'altro canto, gli uomini grandi non credevano piu' alla magia dei videogiochi, troppo preoccupati ad apparire delle persone serie per abbandonarsi a quelle partite fino a poco tempo prima cosi' piacevoli. La preoccupata fatina decise allora di andare a trovare un suo vecchio amico, il Mago della Mela (che, per qualche strano motivo, e' un frutto molto tecnologico); in passato i due avevano lavorato insieme ad alcuni rivoluzionari videogiochi, ma per diverso tempo le loro strade si erano divise. Come riportare i grandi alla fede nella magia dei videogiochi? Il Mago ebbe un'idea: estrasse dal suo forziere un prototipo a cui stava lavorando da tempo, un cellulare piatto, rettangolare e nero con uno schermo grande e luminoso, che si poteva toccare direttamente con le dita. Perche' non provare a portare i videogiochi all'interno di questo telefono? Cosi' gli adulti avrebbero potuto portarli con loro durante il giorno nel loro telefono super professionale, e giocare in tutta tranquillita' come e quando preferivano. La Fata Tecnologica fu cosi' felice dell'idea che creo' un velo di polvere magica con cui avvolse il mondo intero, cosi' tutti avrebbero potuto scaricare nuovi videogiochi direttamente dal cielo, in qualunque luogo essi si trovassero.
Ed e' cosi' che gli adulti, da lungo tempo lontani e distaccati dalla magia dei videogiochi, tornarono a giocare alla fermata dell'autobus, durante la pausa caffe', in treno o la sera davanti al caminetto, e non dimenticarono piu' il grande dono che la Fata Tecnologica aveva fatto loro molti anni prima: i videogiochi sono fatti per divertire; chi in un modo, chi in un altro, ma compiono tutti la loro missione.
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